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La sanità mentale

A cura di pasquale kovacic

Tutti nel nostro mondo, sono sicuri e convinti di essere sani di mente.

E’ una condizione assoluta; la totale convinzione di una personale sanità mentale è infatti, ciò che in tutti i soggetti, prescinde da una sanità mentale oggettiva e reale.

Sappiamo benissimo che un soggetto che non è sano di mente, sarà convinto di esserlo e credendo che tutti gli altri non lo siano e questo è un aspetto da tenere sempre presente, ma per il momento mettiamo da parte gli aspetti che determinano un reale stato patologico evidente e poniamoci questa semplice domanda:

”Quali sono i parametri di riferimento, attraverso i quali si stabilisce una vera sanità mentale?”

O più semplicemente:

”Cos’è che convince la gente di essere sana di mente?

Per analizzare questo che è l’aspetto più importante in quando vero e proprio punto di partenza e fulcro di tutta la questione è necessario tirare in ballo il concetto che dà forma a tutto questo, ovvero quello di “normalità”.

Cosa è “normale” e cosa non lo è?

E soprattutto CHI definisce cosa deve essere “normale” e cosa non deve esserlo?

Lasciando perdere questioni che possono portare verso la convinzione di una sanità mentale legate a medici a studi, a test, o più semplicemente al fatto di non avere certi comportamenti e prendiamo in esame quella che è la semplice quotidianità di tutte le persone, quindi, appunto ciò che viene considerato “normale”.

Viviamo in un mondo gestito da un sistema basato sul denaro e sulle regole del commercio, quindi tutti o quasi si devono alzare presto la mattina per andare a svolgere un lavoro che consente di poter guadagnare una cifra in denaro, che possa permettere di poter accedere a tutto ciò che è indispensabile alla vita: un riparo, del cibo, acqua, vestiti ecc.

Se facciamo un passo indietro a prima di lavorare, abbiamo tutto il periodo scolastico e queste due consequenziali situazioni della vita hanno una cosa in comune: vengono fatte controvoglia.

Come mai se tutto questo è “normale” viene fatto controvoglia?

Se è “normale” e giusto e soprattutto se è l’unico sistema di vita possibile, perché gli studi e il lavoro non sono percepiti come qualcosa da svolgere volentieri e con gioia?

Di contro, perché momenti di divertimento e vacanze vengono percepiti e vissuti come una vita ideale di cui non ci si stanca mai?

Non c’è forse qualcosa di innaturale in tutta questa “normalità”?

Ma prendiamo in esame altre questioni.

Nel nostro mondo a causa dei soldi, esiste chi vive una vita molto agiata e chi invece muore di fame, questo perché, nei fondamenti del sistema monetario è intrinseco che per poter esistere i ricchi, devono necessariamente esistere i poveri e ciò che conferma questo fatto è che tutto ciò che una persona si permette che sia superfluo, rispetto a ciò che è indispensabile alla vita, toglie l’indispensabile alla vita a qualcun altro; “normale”.

Siamo costretti a pagare delle tasse che nessuno ci dice che vanno alle banche, convinti che servano per avere dei “servizi”, che realmente sono di scarsissima qualità e quando ne dobbiamo usufruire, li dobbiamo pagare un’altra volta; normale.

E questo è “normale”, quindi la sua accettazione è da sani di mente; ma andiamo avanti.

Sempre a causa del denaro, esiste la criminalità, una sorta di visione della vita, per cui ci si procura il denaro per vivere, in una maniera diversa dal lavoro e quindi definita illecita, secondo le leggi fatte dall’uomo; ecco un’altra “normalità”.

Volendo, la natura, mette a disposizione di tutti e quindi in abbondanza, tutto ciò che necessario alla vita, ma per poter accedere a tali risorse è necessario l’acquisto in denaro; “normale”.

Se per esempio in autunno decidiamo una domenica di fare un giro in un bosco alla ricerca di castagne è facile che non ne troviamo, perché prima di noi sono passati altri che le hanno raccolte tutte per venderle; “normale”.

Per quanto riguarda la sanità pubblica, le persone sono in balia del nulla; si devono mettere nelle mani di medici, che non si preoccupano di trovare la causa dei malesseri ma solo di curare i sintoni, perché è questo che è stato insegnato loro a fare, durante i periodi di studio, all’interno di Università finanziate e controllate da multinazionali farmaceutiche che hanno il solo interesse di vendere farmaci; “normale”.

Se una persona è colpevole di aver commesso un reato, ha diritto a essere difesa; in questo caso non parliamo di giustizia, perché sarà l’avvocato più scaltro e con il pelo sullo stomaco a vincere, con la possibilità di decretare innocente il colpevole e lasciare impunito il reato commesso con i danni che questo ha provocato alle vittime; “normale”.

Quindi, la giustizia non è mai vera giustizia; per giustizia si intende il rispetto delle leggi, anche quando queste non sono leggi “giuste”, oltre al fatto che non sono per niente “uguali per tutti”, perché come ben sappiamo, i primi a non rispettarle, sono proprio coloro che emanano; “normale”.

Per non parlare della classe politica, che di tutto di occupa tranne che del benessere dei popoli, usufruendo di privilegi grandissimi, che come abbiamo già detto tolgono l’indispensabile alla vita a molte persone; “normale”.

La politica stessa è quanto di più inutile possa esistere al fine di gestire una società di persone, perché per sua natura, all’interno di un sistema basato sul denaro non potrà mai essere attuata e condotta in maniera onesta, altruista o semplicemente giusta e questo lo abbiamo visto tutti da quando siamo al mondo, oltre continuare a vederlo tutti i giorni, “normale”.

Quindi le persone per non morire di fame vivono la loro intera vita cercando di avvantaggiarsi sulle altre, sui loro stessi simili, seguendo il detto “mors tua vita mea”, invece che gire come fratelli aiutandosi e sostenendosi l’un l’altro, come sarebbe giusto fare; anche questo è “normale”.

I media sono lo strumento più potente nelle mani dei dittatori, che lo usano per distrarre le menti delle persone oltre che manipolarle continuamente con disinformazione e programmi di livello bassissimo, per settare le menti delle persone agli stessi livelli, utilizzando anche minorenni nelle pubblicità, per fare presa sulle emozioni umane e controllarne la reattività e le azioni; “normale”.

E così, queste situazioni di PURA FOLLIA e molte altre che potrebbero essere prese come esempio, vengono ritenute “normali”, rispettate da tutti e sarebbero sinonimo di sanità mentale.

La società altro non è che un insieme di persone, che rispetta quelli che sono a tutti gli effetti, i dettami e le abitudini di un gregge, ovvero pensare e agire come vuole il pastore, senza alcun tipo di pensiero critico, quindi in maniera dogmatica, cioè senza porsi domande e senza cercare risposte.

Non solo, ma la manipolazione mentale che chi gestisce il sistema è stato capace di attuare, riesce a fare in modo che questo gregge di controlli da solo, senza pastori né cani, in quanto sono proprio i più convinti e accaniti sostenitori dello status quo a mettere in atto il controllo degli altri, attraverso l’emarginazione e concetti astrusi e fuorvianti come la sociopatia.

In pratica, la maggior parte della nostra vita, la passiamo a svolgere lavori inutili e ripetitivi al fine di correre dietro al denaro, che è un bene fittizio, una cifra scritta su un monitor, digitata con una tastiera, portando i frutti del nostro lavoro a una elite, che comanda e gestisce il tutto, come se corressimo su una ruota per criceti, avendo come uniche soddisfazioni meri valori materiali, come una bella macchina, una bella casa e delle vacanze, senza considerare, veramente ciò che siamo come esseri umani spirituali, dotati di intelligenza, di intuito, di istinto, di arguzia, di empatia, di compassione e di molte altre virtù che vengono anestetizzate da retaggio e manipolazione sociale, sminuendo il significato della nostra stessa vita.

E questa sarebbe “sanità mentale”?

Naturalmente no, per avvicinarsi a quella che si può definire sanità mentale, occorre la profonda conoscenza di tutto ciò che riguarda il sistema che gestisce il mondo e i loro criminali potenti, riconoscendone la natura schiavistica e fraudolenta, acquisendo la consapevolezza che non va sostenuto e perpetrato, bensì combattuto con tutte le forze a disposizione e senza paura.

La persona sana di mente è quindi quella che rifiuta totalmente il sistema e che partecipa attivamente alla diffusione di tutte le verità che vengono tenute nascoste dai media di regime, per consentire il mantenimento dello status quo e impedire quindi alla gente di consapevolizzarsi.

Significa quindi cambiare le nostre percezioni e le basi dei nostri ragionamenti, per impedire ai retaggi, ovvero a quella programmazione mentale in atto fin dalla nostra nascita di fare in modo che tali percezioni e tali ragionamenti siano indotti, invece che risultato di pensiero critico personale.

Chi non giunge a questa condizione non è sano di mente e non ha mai effettuato un pensiero o un ragionamento al riguardo che sia veramente suo; per questo diciamo sempre di non credere di essere la propria mente, perché tale identificazione porta a pensare ad agire secondo la programmazione ricevuta e non secondo natura.

Solo chi si libera di tutto questo fardello e controlla la propria mente attraverso la propria essenza interiore, può definirsi sano di mente; tutti gli altri, possono tranquillamente continuare a essere convinti di esserlo, immersi nella più totale e architettata follia.

La sanità mentale è un pretesto utilizzato dal sistema, perché gli schiavi non percepiscano la sua stessa esistenza e presenza e ritengano senza il minimo dubbio che tutto che accade loro intorno sia davvero “normale” e non disturbino i piani di chi decide le nostre vite.

La sanità mentale è sapere che è vero tutto il contrario di quello che dicono e ci fanno vedere nella loro realtà proiettata.

La sanità mentale è in grado di riconoscere la verità quando la incontra, come naturalmente la menzogna.

La sanità mentale è conoscere profondamente le leggi della natura e vivere in perfetta armonia queste, rifiutando le inutili e faziose leggi fatte dall’uomo.

La sanità mentale è qualcosa che la nostra società deve raggiungere; non è una convinzione, ma un obiettivo.

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