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Il linguaggio del corpo

A cura di pasquale kovacic

Molte volte si sente parlare di “linguaggio del corpo”, ma raramente si ha la consapevolezza, che ogni movimento o espressione trasmette un significato.

Ogni movimento del corpo, può essere l’esternazione di uno stato d’animo, di una sensazione o di una percezione che stiamo provando in quel momento e che crediamo di non esprimere, di tenerci dentro e invece la stiamo esprimendo e anche in maniera molto chiara, attraverso i movimenti del nostro corpo, i gesti, la postura o le espressioni del nostro viso.

La maggior parte delle volte, tutto accade in maniera inconscia, semi-conscia, perché non conoscendo questa materia, non ci accorgiamo di ciò che stiamo esprimendo, ma conoscendola è possibile fare divenire tutto conscio e riuscire, portando attenzione ai nostri movimenti e alle nostre espressioni facciali a fare in modo che nulla possa trasparire.

Il linguaggio del corpo è la forma più importante di comunicazione non verbale, infatti, nei corsi di comunicazione, che siano comuni o aziendali e soprattutto in psicologia è un aspetto che viene studiato molto approfonditamente.

Il linguaggio verbale può essere ingannevole; le persone possono mentire, ma a meno che non conoscano molto bene questo argomento, esiste la maniera per smascherare le loro vere intenzioni.

Chi interpreta correttamente il linguaggio del corpo ha un grande vantaggio nella comunicazione con gli altri;  può infatti adattarsi allo stato emotivo dell’interlocutore e creare più facilmente un’atmosfera di fiducia durante la conversazione.

Un atteggiamento che sortisce effetti positivi sia nella vita privata che in quella professionale e in più, la comprensione dei segnali non verbali è il primo passo per imparare a utilizzare in modo mirato il proprio linguaggio del corpo.

Non si tratta però di ingannare volutamente gli altri, ma di rafforzare le proprie parole dando un’impressione di sincerità e sicurezza di sé.

Esistono quindi, anche segnali del corpo consapevoli che possono essere utilizzati specificamente per la comunicazione; gesticolando, si possono sottolineare i propri argomenti e la mimica può indicare la disponibilità al dialogo o la necessità di silenzio.

Sospirare con impazienza, roteare gli occhi per il nervosismo, mettere il broncio sono tutte azioni che tradiscono i nostri sentimenti, anche se durano solo una frazione di secondo.

Proprio come questi segnali non verbali vengono inviati inconsciamente, allo stesso modo vengono letti inconsciamente; ecco perché ci sono persone che a pelle non ci piacciono o che ci apprezzano senza che abbiamo detto niente di particolare.

Di fatto, il linguaggio del corpo viene recepito mentre ci concentriamo su ciò che viene detto o vaghiamo con la mente.

I segnali del corpo consapevoli, sono acquisiti e influenzati dall’ambiente culturale; li usiamo in situazioni appropriate per trasmettere un messaggio specifico o rafforzare ciò che diciamo.

Ne sono un tipico esempio l’indice alzato per dire “Attenzione!”, il pollice alzato per esprimere approvazione o i palmi rivolti verso l’interlocutore per calmare una situazione o placare esplosioni emotive.

Ci vuole però cautela, poiché il linguaggio del corpo consapevole deve sempre essere inserito nel contesto culturale, infatti, un certo gesto può avere significati completamente diversi in altri continenti o in altri ambienti culturali.

Il linguaggio del corpo influenza fortemente la percezione che si ha di una persona e come vengono recepite le sue parole; basti pensare alle foto o ai video di discorsi famosi: sono la dimostrazione di come non è solo il contenuto di un discorso, ma anche la dinamica con cui viene presentato che contribuisce in modo decisivo alla sua efficacia.

Tra le altre cose, il linguaggio del corpo fa capire al pubblico quanto sia importante il tema per il relatore, ed è quindi un criterio decisivo per la sua credibilità.

Ma anche nell’ambiente privato o professionale diretto, le persone sono giudicate in base al modo in cui il linguaggio del corpo si adatta a quanto detto; niente è più disorientante di un collega che dice con un’espressione impietrita che accetta volentieri un lavoro o di un superiore il cui sguardo vaga inquieto per la stanza, mentre farfuglia che trova interessante l’idea presentata.

Tali casi esemplificano come interpretiamo costantemente il linguaggio del corpo e spesso riflettiamo l’atteggiamento dell’altro in modo più affidabile di quanto diciamo in termini di contenuto; una discrepanza evidente tra ciò che viene detto e il linguaggio del corpo mostrato disturba o infastidisce l’altra persona.

Tuttavia, come accennato in precedenza, bisogna andarci cauti nell’utilizzo consapevole e nell’interpretazione del linguaggio del corpo negli scambi interculturali, perché non tutti i segnali hanno lo stesso significato in tutto il mondo.

D’altra parte, la comunicazione non verbale offre la possibilità di comunicare anche se non si parla la stessa lingua e in tal senso, entrano in gioco in primo luogo le espressioni del viso e i gesti usati istintivamente, che sono compresi in tutto il mondo perché sono direttamente correlati alle emozioni di base dell’essere umano.

Un sorriso è interpretato quasi ovunque come un segno di apertura e cordialità; per tutti gli altri gesti bisognerebbe prima informarsi sul significato nel rispettivo ambiente culturale.

Per fare un esempio, in Europa centrale il pollice rivolto verso l’alto è solitamente un segno di approvazione, ma in Australia è inteso come un grave insulto.

Nelle scienze della comunicazione, la disciplina della cinesica si occupa dell’uso dei movimenti nella conversazione; essa studia gli effetti della mimica, dei gesti e delle posture in determinate situazioni comunicative, come i colloqui di vendita, le trattative contrattuali o gli sforzi di de-escalation.

Le nozioni ricavate dalla cinesica sono utilizzate nella formazione del personale di vendita, di mediatori, oratori e assistenti sociali.

Il linguaggio del corpo e la lettura dei suoi segnali giocano un ruolo molto importante nella comunicazione di tutti i giorni; i seguenti esempi dimostrano come anche i più piccoli segnali tradiscano i nostri sentimenti.

Mimica

La mimica comprende tutte le emozioni che possono essere lette sul viso di una persona.

Uno dei segnali mimici più importanti è sicuramente il sorriso, che consente la comunicazione aperta con gli estranei, segnala cordialità, comprensione e gioia di vivere, facendone il segnale perfetto all’inizio di una conversazione.

Le emozioni sono trasmesse in gran parte attraverso gli occhi e solo amplificate dalla bocca e dai lineamenti del viso; uno sguardo può essere interessato, assente, amorevole, odioso, dubbioso, curioso o timido – tutte emozioni che possono essere riconosciute in una frazione di secondo.

Interesse/curiosità: gli occhi sono attenti e aperti e guardano in silenzio l’interlocutore o l’oggetto della conversazione per focalizzare tutte le informazioni.

Attenzione, però: un contatto visivo diretto troppo prolungato per gli altri risulta presto fastidioso o invadente.

Disinteresse: lo sguardo vaga nella stanza o nell’ambiente circostante, fermandosi di tanto in tanto su altre persone o azioni.

Uno sguardo completamente perso e immobile è segno che l’interlocutore si è distratto ed è immerso nei suoi pensieri.
Sorpresa: gli occhi sono spalancati e le sopracciglia alzate.

Ira/rabbia: gli occhi si stringono, le sopracciglia si avvicinano e la fronte è aggrottata.

Dubbio: lo sguardo è concentrato, ma gli occhi sono irrequieti perché l’ascoltatore si sta chiedendo se credere a quello che gli viene detto.

A seconda dell’atteggiamento rispetto alle parole ascoltate, le sopracciglia possono alzarsi per lo stupore o avvicinarsi per la rabbia.

Paura: anche in caso di paura gli occhi sono aperti; allo stesso tempo, le pupille sono allargate per poter vedere il maggior numero possibile di dettagli della minaccia.

Se volete imparare a interpretare correttamente il linguaggio del corpo, prestate particolare attenzione alle pupille; rivelano infatti molte cose e riflettono chiaramente le emozioni perché i loro movimenti non possono essere controllati consapevolmente, infatti, le pupille si dilatano per la gioia o per altre emozioni positive e si restringono per la paura o il disgusto.

Gestualità

Gli studiosi del cervello hanno scoperto che le aree del cervello responsabili dell’elaborazione della memoria e del pensiero e quelle che controllano i gesti si trovano una accanto all’altra; questo spiega anche perché tantissime persone gesticolano mentre parlano, persino quando sono al telefono e nessuno può vederle.

I gesti servono in questo caso a ordinare i pensieri, a fare riferimenti e a ricordare correttamente; si tratta di processi inconsci che vanno distinti nettamente dai gesti mirati di oratori, politici o attori addestrati.

Esistono poi i gesti che abbiamo imparato durante il corso della nostra vita che servono a sottolineare le nostre espressioni linguistiche.

Benvenuto: braccia aperte che portano a un abbraccio o una mano alzata già da lontano a mo’ di saluto, segnalano gioia per l’arrivo di una persona.

Difesa: le braccia tese con i palmi sollevati, rivolti verso l’altro, servono per proteggersi. Segnalano che l’altro non può avvicinarsi.

Rabbia: una mano stretta a pugno indica il tentativo di controllarsi; se viene sollevata, viene intesa come una minaccia di violenza.

De-escalation: la posizione delle mani è simile alla posizione di difesa, ma le braccia non sono distese, bensì strette vicine al corpo; con questo gesto cerchiamo di rassicurare qualcuno mostrandogli che non ha nulla da temere da noi.

Impotenza/incertezza: quando in una situazione non sappiamo cosa fare, lo esprimiamo scrollando ripetutamente le spalle.

Questi sono solo alcuni esempi che mostrano come la gestualità viene utilizzata nella vita quotidiana per trasmettere determinati messaggi; questo tipo di linguaggio del corpo viene letto e utilizzato allo stesso modo da tutte le persone di un ambiente culturale.

Postura e movimento

La postura fornisce chiare indicazioni sullo stato emotivo di una persona; per questo, a ragione, si dice che le persone felici sembrano fluttuare nell’aria, mentre le persone tristi, con le spalle curve e la testa china, più che camminare si trascinano.

Anche la sicurezza di una persona può essere dedotta dalla postura; quando un capo si precipita in ufficio con il mento sollevato, il petto gonfio e ampie falcate, è chiaro che è consapevole del suo ruolo e si fa riconoscere come leader.

Movimenti affrettati e nervosi come toccarsi i vestiti o i capelli, o il rapido dondolio dei piedi stando seduti sul bordo della sedia, segnalano insicurezza e danno l’impressione di voler sfuggire alla situazione in cui ci si trova.

Movimento

Gli ultimi esempi citati mostrano che la postura e il movimento del corpo difficilmente possono essere separati nella pratica.

Una determinata postura richiede un certo tipo di movimento; è improbabile che una persona con una posizione eretta e fiera cammini timidamente a passettini, mentre è difficile che una persona ripiegata su sé stessa e dalla postura floscia cammini per strada a grandi passi veloci.

Inoltre, ci sono determinati movimenti che trasmettono messaggi diretti; uno di questi, è il superamento di una determinata distanza tra due persone; se e quando la cosa può risultare spiacevole dipende molto dall’interlocutore.

In generale concediamo di avvicinarsi ai conoscenti che ci stanno simpatici.

Tra estranei, ma soprattutto con i superiori, una certa distanza fisica è segno di rispetto; se qualcuno si avvicina troppo, può essere percepito come minaccioso o degradante; è comunque il superamento di un limite che in rari casi suscita una reazione positiva.

Utilizzare in modo mirato il linguaggio del corpo nella vita professionale

Ora che abbiamo spiegato i vari tipi di linguaggio del corpo con esempi, non resta che illustrare come utilizzare queste conoscenze nella comunicazione sul lavoro.

Nel mondo del lavoro saper interpretare e usare correttamente il linguaggio del corpo è una delle soft skills di un dipendente.

Già nel colloquio di presentazione il linguaggio del corpo gioca un ruolo decisivo; il lasso di tempo a disposizione di entrambe le parti per dare un’impressione all’altra è limitato e quindi i segnali non verbali influiscono più del solito nella valutazione reciproca, soprattutto perché si parla solo di competenze tecniche, da cui non si può però trarre davvero un’immagine realistica dell’altro.

Per i candidati, è importante dare un’impressione di sicurezza senza risultare presuntuosi; scoprite prima o chiedete a parenti e amici, quali gesti tradiscono il vostro nervosismo e cercate di evitarli.

Chi per esempio gioca sempre con una ciocca di capelli o si accarezza la barba può provare a incrociare le mani; inoltre, durante il colloquio dovreste stare seduti assumendo una posizione rilassata ma dritta.

Chi si appoggia allo schienale con le gambe incrociate sembra subito disinteressato e privo di motivazione; chi invece conduce il colloquio dovrebbe prestare particolare attenzione all’invio di segnali positivi al fine di creare un’atmosfera rilassata di conversazione e non rendere nervoso il candidato. Per farlo, bisogna assumere espressioni facciali amichevoli e fare domande di tanto in tanto.

Se avete domande critiche, non affrontate direttamente il candidato, ma usate il collaudato metodo sandwich combinando le critiche con aspetti positivi e mitigando quindi l’effetto.

Un’altra situazione tipica in cui il linguaggio del corpo gioca un ruolo importante è la negoziazione; che si tratti di trattative contrattuali con i clienti o negoziazioni salariali con il capo, queste conversazioni sono generalmente caratterizzate dal fatto che le parti in causa hanno idee diverse e devono trovare un compromesso.

Gli aspetti già illustrati per il colloquio di presentazione si applicano anche in questo caso, inoltre, si possono utilizzare gesti mirati con i quali segnalare simpatia alla controparte pur esprimendo chiaramente il proprio punto di vista.

Una strategia collaudata nelle negoziazioni è la cosiddetta tecnica dello specchio in cui si assumono con discrezione piccoli atteggiamenti dell’interlocutore, comunicando quindi discretamente che si è sostanzialmente d’accordo e che si riesce a comprendere la “posizione dell’altro”.

Se la conversazione minaccia di degenerare in una discussione accesa, cambiare la disposizione dei posti può contribuire a calmare gli animi; se si è seduti uno di fronte all’altro, con un pretesto è possibile spostarsi accanto alla controparte, purché lo spazio lo consenta.

Ciò comunica che entrambi alla fine hanno in mente lo stesso obiettivo e devono solo concordare come raggiungerlo.

Se siete già nel mezzo di una discussione, gesti di calma, come mostrare uno o entrambi i palmi (ma attenzione: evitate la postura difensiva) o abbassare silenziosamente le mani possono allentare la tensione negativa.

Tuttavia, non bisogna lasciarsi deviare troppo dalla propria posizione e, se la situazione lo consente, lo si può dimostrare chiaramente. In questo contesto, incrociare le braccia, un gesto che di norma dovrebbe essere evitato nella conversazione diretta, è il segno che avete raggiunto il limite di sopportazione e che non vi sposterete più dalle vostre posizioni.

Indipendentemente dalla strategia scelta, è importante non lasciarsi trasportare dalle proprie emozioni e avere sempre fiuto sui segnali appropriati e utili; a quel punto potrete usare il linguaggio del corpo in modo mirato a vostro vantaggio.

Ma a parte tutto questo, c’è un solo modo per non essere traditi dal linguaggio del corpo, essere sempre sinceri e voi stessi, essendo persone autentiche, profonde e sempre piene di amore.

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