A cura di pasquale kovacic
Una “comfort zone”, in italiano “zona di conforto” è uno spazio mentale dove ci sente protetti, ed è una caratteristica indotta nella maggior parte delle menti delle persone, che vi si rifugiano; in pratica è una creazione mentale, che si compie inconsapevolmente, per fuggire da paure ben determinate.
Definiamo quindi “zona di comfort” lo stato d’animo di serenità e protezione apparenti, che può diventare anche fisico, in cui le persone si sentono quando “abitano” un ambiente familiare, credendo di possedere un illusorio controllo di ciò che le circonda.
Quindi, la creazione di uno spazio fisico protetto è una proiezione mentale e identifica uno stato psicologico in cui tutto può sembrare familiare, una zona nella quale una persona si sente a suo agio con l’ambiente esterno e sperimenta bassi livelli di ansia, stress e paura.
Ma questa, altro non è che una sorta di gabbia nella quale ci recludiamo da soli e che fomenta le paure, che sono la causa scatenante di questa creazione mentale, il cui risultato è andando avanti nel tempo, il non riuscire più a uscirne.
Il mondo in cui viviamo, o per meglio dire il sistema di vita che ci viene imposto è pieno di avversità, che giornalmente dobbiamo affrontare e dalle quali sentiamo di doverci proteggere; e quale modo apparentemente migliore, se non creare una zona di comfort, all’interno della quale siamo convinti che nessuno ci possa attaccare, definendo “danger zone”, quindi una “zona di pericolo”, tutto ciò che non ne fa parte e che è situata virtualmente al suo esterno.
In altre parole è come chiudersi all’interno di una scatola, sentendosi protetti da tutto ciò che vi è al suo esterno, temendolo in maniera maniacale e diminuendo sempre più il coraggio e quindi le reali possibilità di affrontarlo.
E’ abbastanza semplice poter comprendere, come possano essere limitate ed egoiste le relazioni tra le persone, quando tutte sono chiuse all’interno della loro scatola, con la paura di uscirne.
Un esempio di questo, che sarà capitato spesso è il fastidio che proviamo, quando una persona che ci sta parlando, lo fa avvicinandosi molto al nostro corpo fisico, o addirittura, quando ci tocca senza il nostro consenso.
E’ in realtà una condizione altamente limitante e quello che dobbiamo chiederci è il motivo per cui sentiamo il bisogno di essere rassicurati da una situazione fittizia e illusoria.
Il vero problema infatti, causa riflessa del restare nella propria zona di comfort è cadere nell’abitudine di fare sempre le medesime scelte, di adottare sempre le strategie più familiari, anche se non sono le più proficue, limitando le proprie opportunità verso cambiamenti, che potrebbero rendere la nostra vita più soddisfacente e felice.
A volte possiamo tornare a sentire di vivere in un modo pienamente soddisfacente, semplicemente spostando il nostro sguardo, cercando di osservare la nostra realtà quotidiana con rinnovata consapevolezza e lasciandoci sorprendere dai dettagli di cose che davamo per scontate.
Altre volte è invece necessario rincorrere un cambiamento sostanziale, estendendo le nostre possibilità verso azioni mai sperimentate, imparando abilità nuove per sfruttarle a proprio vantaggio, ma anche per poter offrire agli altri, qualcosa che prima non ci era possibile.
Se restiamo nel campo di ciò che già facciamo e che sappiamo fare è pressoché impossibile vedere accadere cose nuove e diverse dal passato, perché percepiamo noi stessi come un qualcosa di già accaduto che non possiamo cambiare.
Quindi, non esistono situazioni in cui restare nella propria zona di comfort possa essere ritenuto utile, perché si tratta di un qualcosa che impedisce la crescita personale sotto tutti i punti di vista e quell’evoluzione come essere umano, che solo una profonda consapevolezza e l’esperienza possono determinare.
Allora, ecco che si rende necessario innanzitutto conoscere l’esistenza di questa condizione mentale in tutto il suo essere, per poi consapevolizzarne la reale invalidità mentale che può provocare e iniziare a capire come uscirne.
Come ormai ben sappiamo, ciò che la mente più teme è l’ignoto, quindi, il modo migliore per uscire da propria zona di comfort è sicuramente iniziare un lavoro su sé stessi che sia graduale, per non sconvolgere la nostra mente e abituarla pian piano a nuove cose.
Magari, concentrarsi su un contesto nuovo e un’azione specifica che si vorrebbe fare: parlare con qualcuno con il quale non si sente di avere il coraggio di fare la prima mossa, oppure sedersi a leggere qualcosa di più complicato del solito.
Può sembrare fastidioso o addirittura spaventoso, ma è utile cercare di prestare attenzione al fatto che è in realtà si sta compiendo un gesto di affetto verso sé stessi, concedendosi un’occasione per una maggiore serenità nel presente, ovvero, riuscire ad agire nell’unica dimensione temporale, in cui è realmente possibile cambiare le cose.
Sicuramente verranno in mente dei motivi per i quali non vale la pena compiere quel gesto, ma è il momento di essere onesti: è proprio la verità? Se fosse un’altra persona a giustificarsi in questo modo, le crederemmo? Possiamo accorgerci se ci sono degli argomenti ricorrenti che utilizziamo come banali scuse, che ci impediscono di fare ciò che desideriamo.
Prima di mettersi alla prova è utile pensare alle strategie che potrebbero facilitare il lavoro, come per esempio, riuscire ad affrontare quella lettura difficile se avessi una poltrona comoda, il cellulare lontano e un sottofondo musicale adatto, oppure sarebbe più facile trovare il coraggio di parlare con quella persona, se avessi l’abito in cui ti senti più comodo e sicuro, oppure un’amicizia a farti da spalla.
E’ utile anche affrontare le preoccupazioni con l’immaginazione: se spaventano le conseguenze, usare un momento in cui ci si sente calmi per prendere in considerazione lo scenario peggiore che potrebbe capitare, ed immaginare come si potrebbe reagire in quel caso; scoprire che esistono comunque delle risorse che renderebbero capaci di affrontare la situazione con più coraggio, potrebbe rivelarsi di grande efficacia per abbassare il livello di paura e di ansia.
Possiamo anche decidere di buttarci; è sempre necessario un atto di coraggio prima di fare qualcosa di nuovo, ed è proprio questo che rende quel gesto così speciale, ovvero tentare senza temere un eventuale risultato negativo; questo darà la soddisfazione di sapere di stare giocando con tutte le proprie carte; dopo tutto, non potremo mai sapere come potrà andare se non proviamo.
Infine è sempre indispensabile conoscere nei minimi dettagli e quindi capire come funziona il sistema di vita in schiavitù, imposto a tutti i popoli del mondo, per non temerlo e quindi combatterlo; se la mente teme ciò che non conosce è quindi verità che la conoscenza e la consapevolezza, sono i rimedi più efficaci contro la paura e automaticamente comparirà il coraggio e con lui la vera libertà.
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